Sicurezza in smart working: formazione e prevenzione per il lavoro da remoto

Lo smart working e la nuova organizzazione del lavoro

Lo smart working, o lavoro agile, rappresenta una nuova modalità organizzativa del lavoro, caratterizzata da flessibilità di orario e spazio, autonomia del lavoratore e collaborazione digitale. Diversamente dal lavoro tradizionale in sede, il lavoro da remoto non prevede postazioni fisse obbligatorie e può essere svolto in ambienti esterni all’azienda, come abitazioni private, spazi di coworking o altre postazioni concordate.

Questa evoluzione organizzativa ha guadagnato ulteriore rilevanza con la diffusione del COVID-19, che ha imposto limiti di mobilità e accelerato la digitalizzazione dei processi lavorativi, rendendo lo smart working una modalità comune in molti settori.

Quadro normativo italiano

In Italia, lo smart working è regolamentato dalla Legge 81/2017, che definisce diritti e doveri sia del datore di lavoro sia del lavoratore, in particolare:

  • flessibilità negli orari e nei luoghi di lavoro,
  • diritto alla conciliazione tra vita lavorativa e vita personale,
  • estensione delle tutele assicurative e infortunistici previste dall’art.23 legge 81/2017, come confermato dalla circolare INAIL n.48/2017.

Inoltre, il D.lgs 81/08 estende la tutela della salute e sicurezza sul lavoro anche quando la prestazione viene svolta fuori dai locali aziendali, obbligando il datore di lavoro a garantire le stesse misure di prevenzione previste in sede.

Tipologie di rischi in smart working

Il lavoro da remoto comporta specifici rischi che vanno valutati e gestiti:

  • Rischi ergonomici: postura, utilizzo di laptop, dispositivi mobili e VDT (video terminali), che possono causare affaticamento muscolare, disturbi oculari e problemi alla colonna vertebrale.
  • Rischi elettrici e di attrezzature: conformità delle apparecchiature, manutenzione periodica, uso di dispositivi a doppio isolamento e corretta gestione dei cavi elettrici.
  • Rischi ambientali: esposizione a luce naturale o artificiale, rumore e, per le postazioni outdoor, radiazioni solari o condizioni meteoclimatiche sfavorevoli.
  • Rischi di isolamento o emergenza: difficoltà a richiedere soccorso in luoghi isolati, potenziale presenza di animali domestici o rifiuti, difficoltà di intervento immediato in caso di incidente.
  • Stress e benessere psicologico: isolamento sociale, sovraccarico di lavoro, mancanza di separazione tra vita privata e professionale.

Responsabilità del datore di lavoro nello smart working

Il datore di lavoro ha responsabilità dirette e obblighi normativi:

  • Valutazione dei rischi per ogni postazione remota, considerando ambienti indoor e outdoor.
  • Redazione e aggiornamento periodico dell’informativa scritta sui rischi (art.22 legge 81/2017).
  • Fornitura di strumenti sicuri e conformi: attrezzature, dispositivi elettronici, software.
  • Gestione dei malfunzionamenti e delle emergenze da remoto, garantendo procedure di intervento rapide.

Formazione e informazione del personale

Per garantire la sicurezza e la prevenzione nello smart working, è fondamentale che la formazione dei lavoratori sia continua e che l’informazione sui rischi e sui protocolli sia chiara, aggiornata e costante.

Le aziende possono strutturare percorsi formativi specifici, come quelli proposti da Formazione Sicura Online, che includono corsi obbligatori e consigliati, tra cui:

  • Corso generale di sicurezza sul lavoro (per tutti i lavoratori), aggiornato alle postazioni da remoto;
  • Corso di sicurezza su attrezzature e dispositivi tecnologici, con focus su laptop, monitor, dispositivi mobili e connessioni da remoto;
  • Formazione ergonomica e prevenzione disturbi muscoloscheletrici per il lavoro da videoterminale, con esercizi e suggerimenti per organizzare correttamente la postazione;
  • Corso sulla gestione dello stress e del benessere psicologico, per prevenire isolamento e sovraccarico;
  • Formazione su emergenze e primo soccorso, adattata a postazioni domestiche o spazi non aziendali.

La comunicazione interna deve promuovere la sensibilizzazione dei lavoratori verso comportamenti sicuri, mentre l’azienda deve predisporre protocolli di prevenzione specifici per il lavoro da remoto, considerando anche la gestione delle emergenze e i rischi legati al benessere psicologico.

In questo modo, ogni lavoratore dispone delle conoscenze e delle indicazioni necessarie per operare in sicurezza, sia nell’ambiente domestico sia in qualsiasi postazione remota concordata.

Buone pratiche e strumenti digitali

Le aziende possono adottare diverse best practices per monitorare e garantire la sicurezza dello smart working:

  1. Procedure di monitoraggio remoto: registrazione delle attività e verifica periodica delle condizioni di lavoro da parte di supervisori o RLS.
  2. Documentazione dei rischi e delle misure adottate: mantenimento di un registro digitale con aggiornamenti costanti su eventuali incidenti, segnalazioni e azioni correttive.
  3. Check-list di autovalutazione: questionari periodici per i lavoratori sulle condizioni della postazione, ergonomia e sicurezza dei dispositivi.
  4. Supporto tecnico remoto: assistenza continua su hardware, software e strumenti digitali per prevenire rischi legati a malfunzionamenti.
  5. Programmi di benessere digitale: pause guidate, esercizi di stretching, formazione su gestione dello stress e work-life balance.
  6. Linee guida personalizzate per l’home office: istruzioni dettagliate su illuminazione, postura, sicurezza elettrica e organizzazione dello spazio di lavoro.

Conclusione

Lo smart working offre flessibilità e maggiore conciliazione tra vita professionale e personale, ma richiede attenzione alla salute e sicurezza dei lavoratori. La legge italiana impone obblighi chiari per il datore di lavoro, dalla valutazione dei rischi alla formazione periodica, fino alla gestione di strumenti e attrezzature.

Applicare correttamente queste indicazioni, insieme all’adozione di best practices e strumenti digitali, permette di creare un ambiente di lavoro remoto sicuro, efficiente e sostenibile, proteggendo sia l’operatore sia l’azienda.